Sarò ancora una volta sincero.

Mi sembra stia mancando clamorosamente il senso della misura un po’ a tutti.

Nel racconto di fatti, eventi ed iniziative.

Nei commenti sui social che ne scaturiscono.

E purtroppo, mi costa ammetterlo, nella copertura giornalistica di quello che accade, in alcuni casi straniante e staccata dalla realtà. Queste esagerazioni temo alla lunga ci costeranno anche quel briciolo di credibilità sulla quale possiamo ancora contare.

Bisognerebbe riportare le cose alla loro vera dimensione ed evitare sovraesposizioni che producono un’eccessiva autoreferenzialità. Perché non tutto quello che si fa in un territorio merita lo stesso rilievo e il nostro compito è quello di aiutare il pubblico a comprenderlo.

E invece siamo vicinissimi alla saturazione da “grande successo” per appuntamenti ai quali vanno 12 persone, alle miriadi di foto e video anche per il cambio delle chiavi della porta di casa mia, all’abuso di uno strumento che al contrario è da centellinare come l’intervista (come se tutti avessero qualcosa di interessante da dire). Sembriamo essere entrati in un convulso meccanismo di ridondanze (malpagate).

Ho il sospetto che andando avanti ancora un po’ in questo modo ci autodistruggeremo. Dovremmo riflettere ma non lo faremo.