Ruvo, Faenza, Npc Rieti e Pielle Livorno si contenderanno, nel prossimo fine settimana, la Supercoppa Old Wild West di Serie B nazionale. La Final Four in programma sabato 23 e domenica 24 settembre sul parquet del PalaTerme Montecatini assegnerà il primo trofeo di una stagione che, per le 36 formazioni del terzo livello cestistico italiano, rappresenterà in ogni caso uno spartiacque. Tracciare un bilancio di quanto emerso dalle sfide ad eliminazione diretta riesce sempre complicato, specie alla luce delle differenti calibrature che gli staff tecnici riservano al lavoro di preparazione: caricare un po’ di più i propri giocatori sotto il profilo fisico può risultare determinante sotto il profilo delle prestazioni.

È corretto, comunque, sostenere che il valore assoluto dei roster delle quattro compagini qualificate sembra piuttosto alto. Le dirigenze di Rieti e Livorno (squadre incluse nel girone A del campionato) non nascondono certo le aspirazioni e lo stesso si deve ritenere di Ruvo e Faenza, le due portacolori del gruppo B. I “meglio informati” sono convinti che il livello medio del raggruppamento in cui sono state collocate i team delle regioni orientali (Puglia, Abruzzo, Marche, Romagna, Veneto più la lombarda Lumezzane) si faccia preferire e un pizzico di vigore a questa tesi è dato dalla circostanza che fra le otto pretendenti giunte ai quarti di finale 5 provenissero da est. Il campo emetterà, come sempre, i verdetti.

Il pasticcio dei “noni di finale”
Restano le forti perplessità sul format di una competizione che è già di per sé poco appetibile, calata nel bel mezzo della preseason oltre che priva di una storicità (è appena alla sua quarta edizione). Il complicato meccanismo di eliminazione di una fra le nove vincenti delle gare del secondo turno non è stato d’aiuto: la Lega Nazionale Pallacanestro ha dovuto fare di necessità virtù imponendo da regolamento lo “scarto” della vincitrice impegnata fra le mura amiche con il divario più ridotto. Lissone ha battuto Omegna di 5 lunghezze e ha dovuto lasciare ugualmente il suo posto nei quarti a Piacenza, che ha avuto la meglio di 6 su Crema ma giocando un overtime… Una situazione che ha ricordato agli addetti ai lavori (ma non solo) quanto accaduto nel confusionario concentramento di metà giugno per le due promozioni in A2, con i giocatori di Orzinuovi, costretti a prevalere di 11 sulla Luiss Roma per salire di categoria, impegnati nel tentativo di far finire la gara al 40’ in parità per avere a disposizione i 5 minuti di tempo aggiuntivi del supplementare… L’autocanestro di proposito siglato per portare il punteggio pari e le palle perse volontariamente per poi commettere fallo sugli avversari sperando che portassero, dalla lunetta, un conto pari, meritano a pieno titolo una collocazione disonorevole fra i “lowlights” del basket italiano di questo decennio.

Un giocatore interessante
Fra i protagonisti delle gare di domenica in Supercoppa merita senza dubbio una citazione il lungo Pietro Agostini, in forza alla Npc Rieti, che ha segnato 20 punti in 21 minuti di utilizzo nel match vinto sulla Virtus Imola, raccogliendo anche 11 rimbalzi. Una doppia doppia niente male per il classe ’99, che si era già messo in evidenza sia nel successo su Salerno (12 punti e 10 rimbalzi) che nella vittoria ai danni di Sant’Antimo (18 punti e 8 rimbalzi). Agostini, dell’annata 21-22, ha giocato lo scorcio conclusivo con la Pallacanestro Molfetta, cavandosela egregiamente. Più ala forte che pivot, Agostini è un 2.06 dalle braccia piuttosto lunghe e di questa interessante Npc affidata a coach Ciccio Ponticiello potrebbe diventare un solido riferimento, tanto se lo si immagina al fianco di un centro puro come il maltese Kurt Cassar (già visto a Ruvo) e di un altro giocatore interno, Leonardo Del Sole, rivalutato dall’ottimo finale della passata stagione a Bisceglie: le qualità dell’abruzzese Del Sole, mancino, lesto nell’andare a rimbalzo offensivo e rapido di piedi, si cuciono bene sulle caratteristiche dei due compagni di reparto. Ponticiello ha voluto con sé un altro scudiero dell’esperienza ruvese, il talentuoso Nikola Markovic, che con i due Mattia (Da Campo e Melchiorri) aggiungerà la giusta fisicità. Il non formato (che brutto termine, lo so) è l’argentino Tomas Cavallero, un esterno del quale si parla molto bene. Il tema dell’impatto dei comunitari sulla B terrà banco per un bel po’, almeno fino a quando non si comincerà con le voci sulle panchine traballanti. Un classico.