Si chiamano Luca Sasanelli e Simone Cecere e insieme rappresentano, finora, il 71% del fatturato offensivo della Fidelis Andria, in testa a punteggio pieno nel girone H di Serie D dopo le prime due giornate. Segni particolari: hanno 37 anni in due… Se questo fa notizia, purtroppo, lo si deve alla scarsissima propensione – diffusa in tutto lo sport italiano – a non fidarsi dei giovani.

Le splendide prestazioni offerte nel confronto casalingo stravinto (3-0) dai biancazzurri al “Degli ulivi” al cospetto del Nardò sono state confermate dalle prove molto convincenti sfoderate sul campo della Palmese: un gol a testa e match già in cassaforte all’intervallo. La squadra federiciana, molto ben allenata da mister Farina, ha dilagato nella ripresa grazie alle segnature di Scaringella e Martinez ma non può non incuriosire l’ottimo rendimento di due ragazzi che per il loro status tecnico di mediano (Cecere) e attaccante (Sasanelli), a rigor di logica, dovrebbero far fatica nello strano contesto del massimo campionato dilettantistico nazionale. Il perché è semplice: una bislacca normativa, concepita senza criterio, impone alle società di impiegare sul rettangolo di gioco 4 atleti under 20: per questa stagione, ad esempio, bisognerà schierare almeno un nato nel 2003, due nati nel 2004 e un nato nel 2005 o seguenti, indipendentemente dal loro valore tecnico. Un regolamento scellerato, specie se si immagina che i club ai nastri di partenza del torneo, in tutta Italia, sono ben 167: calcolando una media di 10 calciatori under per organico (ma in realtà ce ne sono di più), si presume un impegno, nei roster, di 1670 ragazzi di età inferiore ai 20 anni… Il paradosso è che gran parte di essi si concentrano in alcuni ruoli, dal portiere ai terzini, e lo spazio per un centravanti o un mediano giovanissimo, già fisiologicamente ridotto dall’abitudine delle dirigenze a orientarsi su calciatori più “affidabili” in quegli slot del campo, di solito a questi livelli non lo concede nessuno e alcuni interessanti talenti sono “parcheggiati” nei ranghi delle squadre Primavera, misurandosi con avversari di caratura fisica ed esperienza non paragonabili a quelli della Serie D. Fa perciò un certo effetto che nel super-competitivo girone H, e per giunta nella rosa di un club ambizioso di una piazza importante appena sceso dalle categorie professionistiche, Sasanelli e Cecere abbiano conquistato la fiducia del loro allenatore.

Una piazza in cerca di riscatto
La Fidelis Andria è stata rilevata solo alcune settimane fa dall’imprenditore Giuseppe Di Benedetto, che ha avuto meno tempo del previsto per costruire la squadra e sembrava scontare qualche carenza in termini quantitativi e qualitativi. Sasanelli, classe 2004, ha girato per i vivai di Monopoli, Ascoli e Sassuolo: questa è la sua prima esperienza a livello senior. Cecere è del 2005 ma nella scorsa annata è stato prestato dalla Spal, con cui giocava l’Under 18, al Casarano, sempre in D, mettendo insieme 14 presenze con sole sei apparizioni nell’undici iniziale. La loro avventura in biancazzurro si è aperta molto bene ed entrambi sono entrati nelle grazie dei sostenitori andriesi, che si stropicciano gli occhi. Tenere i piedi piantati per terra sarà fondamentale per una tifoseria calda, numerosa e appassionata, che ha sofferto il trauma della retrocessione dalla C e vuole tornare a gioire. Le premesse ci sono tutte perché Farina ha saputo fare sintesi e la squadra esprime un calcio gradevole ma siamo appena al secondo di 34 turni. La strada è lunghissima.