Sono già andate in archivio le tre Final Four di Supercoppa della pallacanestro maschile italiana, disputate nello stesso arco temporale. Il trionfo della Virtus Bologna del nuovo corso targato Luca Banchi ha messo un po’ in ombra tutto il resto: difficile non concedere gli onori della ribalta al coach toscano, uno degli uomini più in vista della pallacanestro mondiale che – come ha ben sintetizzato La giornata tipo – nel giro di appena tre settimane ha rivoluzionato carriera e vita a suon di risultati eccellenti. Il +37 rifilato alla malcapitata Brescia, che pure aveva conquistato l’accesso alla finalissima per il primo trofeo stagionale superando nettamente Tortona, è una prova di forza notevole del team bianconero, che sembra aver assorbito il colpo del traumatico cambio di allenatore. A proposito: lunedì pomeriggio è trapelata la notizia del clamoroso esonero di Meo Sacchetti a Cantù. Modalità non dissimili, a quanto pare, da quelle che hanno portato all’allontanamento di Sergio Scariolo da Bologna. Due episodi che inducono a riflettere, specie se si tiene conto dell’identità e dei curricula dei due silurati, per non tacere della tradizione dei club coinvolti…
«Il nuovo simbolo della progettualità sportiva italiana è l’esonero precampionato» ha osservato l’amico Giovanni Gesmundo, una persona e un allenatore che stimo moltissimo. Come dargli torto?

Investimenti e primi ritorni
La Supercoppa di A2 se l’è aggiudicata Trapani, protagonista delle cronache estive con lo scatenato nuovo proprietario Valerio Antonini, che ha rilevato il titolo dalla Stella Azzurra Roma e allestito il roster dichiarando spudoratamente l’obiettivo della promozione, il tutto contestualmente alla decisione di Pietro Basciano di lasciare prima la presidenza della Lega Nazionale Pallacanestro e poi le redini dello storico club trapanese.
Potrà sembrare anche guascone e spregiudicato questo Antonini, imprenditore attivo nel comparto alimentare, ma gli investimenti compiuti e gli ingaggi di Julio Trovato come general manager e Valeriano D’Orta nel ruolo di direttore sportivo dimostrano che non è uno sprovveduto, anzi. La Supercoppa, intanto, l’hanno alzata i ragazzi di coach Parente: uno squadrone, con in evidenza quel Rei Pullazi visto per la prima volta dal vivo il 20 gennaio 2013 in occasione del match Bisceglie-Scauri vinto dai nerazzurri all’overtime (100-93). Il centro di origini albanesi era giovanissimo e acerbo ma le sue capacità già intuibili, e infatti si è costruito una carriera di tutto rispetto: gioca in A2 dal 17-18. Pullazi ha sfiorato la doppia doppia (15 punti e 9 rimbalzi) nella finale in cui Trapani ha avuto la meglio su Treviglio con un quarto periodo da 21-8. Un giocatore maturato il cui neo principale resta la bassa percentuale dalla lunetta ma sul quale punta il proprietario che ha speso più di tutti in un ruolo da titolare e riferimento sotto le plance. Onore agli sconfitti, nelle cui fila milita il brindisino Marco Giuri oltre, fra gli altri, a Brian Sacchetti, figlio di Meo.

Obiettivi mancati di un soffio
Ruvo ci ha provato ma la Pielle Livorno è parsa nettamente più fresca nell’ultima frazione, assestando il colpo a furia di canestri dalla lunga distanza. Il team di coach Campanella merita un plauso per aver raggiunto l’atto conclusivo della competizione malgrado le evidenti difficoltà fisiche incontrate da diversi (troppi?) giocatori in questa preseason. La compagine biancazzurra, sul parquet di Montecatini, non ha potuto schierare lo statunitense Darryl Jackson, il colpo più sensazionale del mercato di B fino a quando Roseto ha deciso di schiantare tutti ingaggiando Vaggelis Mantzaris (e arrivederci). Non solo: Andrea Traini ha saltato la semifinale di sabato contro Faenza, stringendo i denti domenica per 12 minuti, ed occorre sommare le indisponibilità dello sfortunatissimo playmaker Deri e del giovane Sbaragli. La squadra di Marco Cardani ha capovolto l’inerzia del match risalendo dal -9 (64-55) con un perentorio 19-3 che ha steso il collettivo ruvese, sollevando l’entusiasmo dei tantissimi tifosi piellini sugli spalti.

Ma a cosa serve la Supercoppa?
L’utilità della Supercoppa, alla sua quarta edizione riservata alle squadre di B (ora B nazionale) e all’ottava per le formazioni di A2, forse continuerà ad essere oggetto di dibattito: per quel che può valere la mia modesta opinione non è altro che una manifestazione priva di senso e superata. Fosse per me andrebbe abolita anche la Coppa Italia ma l’integralismo, nell’era del politically correct, è destinato a soccombere.

Parte la nuova stagione del basket
Domenica 1° ottobre sarò al microfono con il sodale Luca Ferrante (a proposito di giovanissimi giornalisti che meriterebbero spazio e ribalta!) per la telecronaca di Lions Bisceglie-Ruvo, match della prima giornata di Serie B nazionale. Sarà la 27esima stagione consecutiva nella quale commento incontri di questo sport: gli anni passano, purtroppo per me… Mi impegnerò come al solito nella meticolosità della preparazione, nella cura della voce, nella ricerca delle parole giuste e dei toni più opportuni affinché il nostro racconto faccia da sfondo allo spettacolo sul campo e lo spettatore possa sentirsi accompagnato nella visione e nell’ascolto. Con l’onestà intellettuale di sempre.

Foto LNP / Ciamillo-Castoria