Soddisferò subito due curiosità.
No, non ho assistito all’evento e il titolo scelto non dev’essere letto con un’accezione negativa, perché ritengo giusto che ciascuno si faccia un’opinione in merito.
Sì, il Comune di Bisceglie ha elargito un contributo di 6500 agli organizzatori per il supporto alle spese sostenute, oltre a concedere gratuitamente la location individuata e i relativi servizi e ad impegnarsi per l’ospitalità degli invitati. Lo si evince da quanto riportato nella delibera di Giunta n° 197 dello scorso 15 settembre.

L’iniziativa “Sindaci, ai fornelli!” può suscitare curiosità, anche un pizzico di simpatia e strappare qualche sorriso, il che non guasta mai. Rimane per me un mistero cosa c’entri, con la promozione del territorio, chiamare 10 politici a cucinare qualcosa in piazza o, come accaduto in questo caso a causa del rischio maltempo, sul palco del Teatro Politeama. Nulla contro i promotori, per carità: fanno il loro lavoro e lo fanno bene. Temo solo che comprendere il significato di una serata del genere, per quella sterminata maggioranza di cittadini fuori dai cerchi magici, disincantanti dal giochino dell’appartenenza e dotati di un oggettivo spirito critico, risulti impossibile.

Niente di personale contro Angelantonio Angarano, che legittimamente preferisce immaginare una prosecuzione del suo percorso politico al ritorno nell’ambiente lavorativo bancario. Come spesso accade ai sindaci al secondo mandato, anch’egli moltiplicherà a dismisura, nei prossimi anni, le opportunità di interazione con altri personaggi politici e portatori di interessi di ogni tipo. Una foto con Decaro, in fondo, male non fa…

L’errore che il sindaco di Bisceglie continua a compiere, forse di proposito, è quello di accentuare il divario rispetto alla città reale con un atteggiamento aristocratico che né Spina né Napoletano hanno mai tenuto nei momenti in cui si è reso necessario il coinvolgimento popolare (della serie “panem et circenses”). Sotto questo aspetto, in particolare, emerge l’anacronistica radice paleodemocristiana del primo cittadino. Roba che era già superata 50 anni fa…

Il “perché”, in realtà, andrebbe esteso anche a me stesso: quale ragione mi ha spinto a scrivere questo pezzo? La risposta è semplicemente racchiusa nel desiderio di testimoniare con oggettività quanto sia necessario provare ad allargare il concetto di comunità organizzando qualcosa di più significativo e utile, scritto con il massimo rispetto nei confronti di “Sindaci, ai fornelli!”. Non avrei fatto alcuna fatica, lunedì sera, a presentarmi al Politeama e “godere del privilegio” di assistere allo spettacolo in prima fila. Mi sarei sicuramente divertito grazie all’immensa bravura di due grandi professionisti come Stornaiolo e Pulpito (che adoro!) e avrei incontrato tante persone perbene e interessanti ma una volta spenti i riflettori, salutati gli amici e lasciata alle spalle la soglia del Politeama sono certo che mi sarei chiesto: “Perché?”.
Boh.