Angelantonio Angarano è proprio nato con la camicia. La sua seconda sindacatura è caratterizzata, caso più unico che raro, dalla totale e imbarazzante inesistenza di un’opposizione. L’esito delle elezioni amministrative gli è stato senza dubbio molto favorevole anche in considerazione dell’accordo stretto con la coalizione guidata da Vittorio Fata, divenuto presidente del consiglio comunale.

La schiacciante maggioranza nell’assemblea elettiva di Palazzo San Domenico (19 componenti su 25) non giustifica, in ogni caso, l’inesorabile scomparsa di qualsiasi forma non per forza di dissenso ma anche soltanto di controllo dell’operato del primo cittadino di Bisceglie e della sua Giunta. L’appiattimento del dibattito politico-amministrativo è tale da impedire anche al giornalismo più attento di effettuare analisi. Merita una riflessione la ridicola pretesa di chi, fingendo di confondere i ruoli, vorrebbe affidare ai mezzi di comunicazione il ruolo di oppositori del potere. Non funziona così.

Angarano è in luna di miele con se stesso e il suo cerchio magico, più che con una comunità che sembra avergli riaffidato la fiducia per “disperazione” e in assenza di alternative ritenute praticabili. L’unica narrazione reperibile sui social e sugli organi di informazione del territorio (in preda a una pigrizia tanto preoccupante quanto prevedibilissima…) è quella dell’amministrazione comunale. Una città di 56 mila abitanti è in questo momento priva di qualsiasi avamposto contraddittorio nei confronti di coloro che la guidano e le responsabilità sono da ascrivere in tutto e per tutto a quelle forze politiche e sociali che non si riconoscono nello schema dell’attuale maggioranza extra-large. È pur vero che le future scadenze elettorali potrebbero portare sussulti interni: non è difficile immaginare la legittima aspirazione di Angarano di accapparrarsi un seggio in consiglio regionale al fine di proseguire il suo percorso politico. Se pensiamo che in questo intervallo di tempo piuttosto rimarchevole debba toccare a qualche giornalista sostituirsi all’opposizione allora ci sbagliamo di grosso. L’informazione ha il dovere di “scavare i lampascioni” delle situazioni più critiche e dar voce alle istanze dei cittadini, oltre che dei vari gruppi politici, non di opporsi a un’amministrazione schierandosi. Per amore di verità bisognerebbe ricordare anche che non è certo il massimo piegarsi del tutto sull’altro versante riducendosi a ripetitori di “veline”. La qualità del dibattito è scesa abbondantemente sotto il par. Era giusto osservarlo.