Sia chiaro. Non ho cambiato idea sui turni infrasettimanali: per me andrebbero aboliti ma questo equivarrebbe a giocare sempre e in Italia non mi sovviene l’esistenza di così tante strutture sportive al coperto dotate di aria condizionata…
Ho scelto da qualche mese, come sa bene chi mi segue con maggiore attenzione, di tornare al mio grande amore in pianta quasi stabile e dedicare molte più ore della giornata che nel recente passato alle vicende cestistiche del Bel Paese. La creazione del nuovo campionato di Serie B Nazionale mi ha affascinato fin dalle premesse della tanto vituperata riforma Fip che in realtà alla lunga potrebbe produrre effetti benefici in termini di riduzione del numero di società in grado di reggere certi livelli e soprattutto nel senso di un necessario maggiore riconoscimento delle professionalità e delle capacità.
Siamo alle questioni di campo. La regular season da 34 giornate e il famigerato inserimento di diversi infrasettimanali con cicli di tre partite in otto giorni è una novità talmente rilevante che nelle analisi spesso si sottovaluta la maggiore incidenza di alcuni fattori: trasferimenti lunghi ed estenuanti, margini ridotti per il lavoro in palestra e i necessari adeguamenti tattici rispetto agli avversari di turno, pochissimo tempo a disposizione per preparare le partite. Gli esempi più critici riguardano il girone B, quello in cui sono state messe insieme le 18 formazioni più a est, ma sull’altro versante non se la passano meglio…


Andiamo a ovest, nel gruppo A ritenuto dagli addetti ai lavori leggermente inferiore, per livello medio, rispetto al raggruppamento B. Dominio toscano, con cinque formazioni nelle prime sette posizioni di classifica e i quattro posti al vertice distribuiti fra due città: la Libertas Livorno e la Herons Montecatini guidano con un record 10-3 tallonate da Montecatini Basket e Pielle Livorno (9-4). Retrovie destinate, per il momento, soprattutto alle compagini campane e laziali: nessuna delle sei squadre di queste regioni ha un saldo positivo fra vittorie e sconfitte. Il dato è incontrovertibile e descrive con eloquenza le generali difficoltà di adattamento delle realtà dell’Italia centro-meridionale alla dimensione della B Nazionale, dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Differenti e più complessi adempimenti organizzativi (sia in termini di trasferte che di accoglienza), accresciute esigenze di tempo, competenze e professionalità da dedicare alla gestione delle società sembrano aver pesato in misura notevole su diversi club. È un’impressione chiara, al netto di eccezioni lodevoli e casi di analoga difficoltà che si sono verificati al nord. La situazione tecnica più preoccupante è quella di Caserta, che ha vinto soltanto un match – contro Salerno – infilando una serie di 10 stop consecutivi. Il ds Nando Gentile è alla ricerca di correttivi: l’ultimo colpo in ordine di tempo è l’ingaggio del playmaker ex Bisceglie Donato Vitale mentre dovrebbe andar via l’esterno italo-statunitense Diego Lucas. Gli infortuni di Alfonso Zampogna (lesione al crociato) e Niccolò Moffa (metatarso) hanno ridotto le rotazioni e il potenziale di un gruppo costruito con ambizioni ben diverse. La contingente indisponibilità del palasport di via delle medaglie d’oro e lo spostamento ad Aversa per le sfide casalinghe non sono stati certo d’aiuto.



Salerno, che ha rilevato il titolo di B Nazionale dalla Real Sebastiani Rieti (a sua volta salita in A2 per acquisizione di diritto sportivo), è penultima malgrado le quattro vittorie in ragione di una penalizzazione di 3 punti relativa al ritardato pagamento di una rata integrativa della scorsa stagione. Se il lituano Mantvydas Staselis (16.9 punti di media con il 44% da tre) ha finora dimostrato di meritare il proscenio del terzo torneo cestistico italiano dopo essere stato costretto dai regolamenti a giocare in categorie inferiori, qualche giovane scommessa non ha sortito gli effetti sperati. Il tecnico di origini argentine German Sciutto (con una lunga carriera in Italia da giocatore) non è mai stato in discussione: il patron Renzullo dovrà con ogni probabilità intervenire sul roster per provare ad invertire la rotta.

Segnali di ripresa dalla Npc Rieti di coach Ciccio Ponticiello, che ha messo due vittorie consecutive alle quali è seguita la battuta d’arresto sul parquet di Treviglio contro Brianza Basket. L’ingaggio dello statunitense Terrence Roderick (ex Agropoli e Chieti fra le altre) comporterà la rinuncia all’italo-argentino Tomás Cavallero e aggiungerà, nei piani della dirigenza, pericolosità offensiva al collettivo che segna meno nel girone (71.3 punti in media). Il club reatino aveva già sostituito il lungo Pietro Agostini (rientrato nelle vicinanze della sua Trieste per motivi familiari) con Kevin Cusenza. Movimento un po’ inatteso dalla Campania alla Lombardia: l’ex Molfetta Guido Scali ha lasciato Sant’Antimo (dove contribuiva alle sorti della squadra con 8.5 punti giocando quasi 31 minuti di media) per accasarsi a Legnano prendendo il posto di Enrico Gobbato (finito in B interregionale al Roseto 20.20).

Settimana frizzante anche a est con un turno contrassegnato da risultati solo apparentemente sorprendenti e un mercato parecchio vivace. Il secondo disco rosso di stagione per la Pallacanestro Ruvo è semmai la certificazione di quanto resti stregato qualsiasi incrocio con Faenza. I biancazzurri di coach Federico Campanella (un toscano che guida il gruppo B) hanno ceduto di misura al cospetto di una formazione rigenerata dalla cura dell’ottimo Alessandro Lotesoriere, subentrato alla dolorosa separazione con Gigi Garelli.



È doveroso contestualizzare, facendo la tara proprio su Ruvo, quanto sia complicato immaginare di vincere sempre e vincerle tutte: una corazzata come quella ben costruita da Nicola Fracchiolla e dai suoi collaboratori perderebbe difficilmente più di 4-5 gare in una regular season da 30 con trasferte mediamente più corte e non più di due infrasettimanali. Le 34 giornate, invece, rendono decisamente più digeribile qualche incidente di percorso e anche i più forti in assoluto possono attestarsi su un range complessivo di 6-8 sconfitte e conservare comodamente la loro prima posizione in graduatoria. Gente come Mantzaris e Stanic tre partite a settimana non deve farle a novembre o dicembre ma a maggio… Quanto a Ruvo, poi, la variabile infortuni è di quelle che fanno incazzare: un guaio dietro l’altro e 13 incontri di campionato mai affrontati al completo. Out Deri e Boev (assenze che però bisogna sempre considerare), al PalaCattani non è entrato Manuel Diomede (secondo match consecutivo saltato). Gli unici due atleti con 13 presenze effettive sono Galmarini e Toniato: Leggio e Contento ne hanno una in meno, Jackson e Traini due in meno, Ghersetti tre in meno senza contare le volte in cui ciascuno di loro ha giocato sul dolore, non al meglio e stringendo i denti pur di dare manforte. La misura della forza di uno squadrone del genere non è ancora nota ma lo sarà a breve…

È già venuta fuori la sostanza di San Vendemiano, che il suo step migliorativo l’ha compiuto non a caso con il rientro di Edoardo Di Emidio dall’infortunio. Il club di Gherardini junior potrà sfruttare la tranquillità di un ambiente privo di pressioni, a differenza di quello che rappresenta il basket a San Severo e Roseto. Lo scontro diretto (foto copertina di Antonio Giammetta) ha premiato i gialloneri di coach Luciano Nunzi, che hanno superato una gran prova di maturità: ora nessuno storce il naso nel sentir parlare di un piazzamento fra le prime quattro posizioni ma in estate ero il solo nel sostenerlo con convinzione… Una delle chiavi della crescita di San Severo è il rendimento del play argentino Pierotti, salito vertiginosamente. L’irruenza di Tchintcharauli darà un’altra spinta alla compagine dauna. Dalle parti del Lido delle Rose, intanto, girano voci di mercato a profusione: l’ingaggio di Alessandro Paesano, in uscita da Chieti, era stato dato per certo a inizio settimana ma non si è concretizzato. Mitchell Poletti e Vangelis Mantzaris, due crack per la categoria, non sono al 100% della forma e Gramenzi deve centellinarne l’utilizzo. Il centro di ruolo Dimitri Klyuchnyk è messo continuamente in discussione ma resta un giocatore di Roseto. La piazza reclama l’innesto di un altro esterno di spessore da affiancare all’ottimo Santiangeli per completare un organico ulteriormente competitivo.


Come una scheggia impazzita, nelle ultime tre settimane, ha iniziato a tenere banco la variabile Chieti. Si è detto e scritto molto della società guidata da Marchesani: i 3 punti di penalizzazione per il ritardo nel pagamento di spettanze destinate ad agenti di giocatori hanno rappresentato il segnale ben poco confortante di una situazione intricata. Qualcuno dovrebbe andar via in conseguenza della riduzione forzata del budget frutto di accordi di sponsorizzazione sfumati: i pezzi pregiati sono diversi e nelle ultime ore si è intensificata l’eco di rescissioni che ridurranno la consistenza tecnica della squadra di coach Daniele Aniello, già molto zoppicante lontano dal PalaTricalle (una sola vittoria). Ci si chiede, legittimamente, quali siano le probabilità di un clamoroso ritiro dalla competizione perché una volta superato il numero massimo di movimenti in uscita (tre) è logico che a qualche atleta di rilievo possa non andar bene il dover proseguire l’annata in un team depotenziato.



Chi si rafforzerà è di sicuro Mestre: un contratto importante è quello siglato con il croato Sven Smajlagić, guardia di 33 anni in arrivo dal Cibona Zagabria e nel giro della nazionale, che nell’ultima stagione ha segnato 7.4 punti con 2.4 rimbalzi di media nella massima serie in patria. Non è Mantzaris ma alzerà la qualità del collettivo di coach Cesare Ciocca.