Ero stato facile profeta, lo scorso 6 dicembre (link all’articolo), nell’immaginare che il dibattito politico-amministrativo a Bisceglie sarebbe rimasto arido anche e soprattutto sotto le festività natalizie. Eviterò di insistere con previsioni fin troppo scontate ma è doveroso sottolineare, al tempo stesso, come la comunità biscegliese appaia sempre più sotto l’effetto del cloroformio e privata di qualsiasi entusiasmo. Non c’è un guizzo e non si registra uno spunto rimarchevole, tanto che a far notizia è stata esclusivamente la vincita di un premio di consolazione della lotteria Italia il cui biglietto è stato venduto in città. E mentre qualcuno ritiene meritevole di un articolo il fatto che la cantautrice Erica Mou sia divenuta mamma (l’evento, in ogni caso, è gioioso: auguri e felicitazioni!), forse sarebbe il caso di soffermarsi sullo stato catatonico nel quale sembrano caduti tutti, dai più strenui oppositori del potere a coloro che del potere hanno sventolato i vessilli fino a qualche settimana fa, per tacere di un associazionismo mai così spento e privo d’iniziativa se preso nel suo complesso. L’arretramento (tanto oggettivo quanto preoccupante) dell’informazione rispetto al suo ruolo di controllo e stimolo, in una fase nella quale qualcuno ha pensato di concentrarsi su altri progetti, ha fatto il resto. Ed è proprio il titolo di questa breve riflessione, in fondo, a contenere l’unica speranza alla quale aggrapparsi: che l’anestesia sia locale, e non totale…