L’ultimissima in ordine di tempo è di quelle che fanno effetto: Monopoli sarebbe a un passo dalla firma con Valerio Amoroso. L’impressione è che di colpacci sensazionali, in questa fase convulsa del mercato cestistico, ce ne saranno ancora, per la gioia degli agenti. Ma cosa sta succedendo? Per quale motivo si registra una così marcata propensione ai movimenti soprattutto in B nazionale e B interregionale?
La riforma dei campionati ha toccato il nervo scoperto della differenza, mai chiarita, di livello tecnico e organizzativo fra l’ex Serie B e unica e la vecchia C Gold: un equivoco che si risolverà, inevitabilmente, nel senso di una maggiore competitività del terzo campionato e di una crescita esponenziale anche del quarto ma a lungo andare. Le società di B nazionale hanno dovuto far fronte, quest’estate, alla costruzione degli organici in una situazione di generale incertezza sia in merito alla complessità della gestione ordinaria che al valore stesso del campionato in cui si sarebbero dovuti misurare. In parole povere, per gran parte dei 36 club si è trattato di una tripla uscita dalla “comfort zone”: l’Italia tagliata in due fra est e ovest, con il subentrare di scenari ben diversi a proposito dell’organizzazione delle trasferte; l’introduzione della possibilità di tesserare un giocatore non formato ma con passaporto comunitario; l’interrogativo legittimo sull’effettiva consistenza degli organici di un torneo con 34 partite di stagione regolare, fra la tentazione di concorrere ai premi per l’utilizzo degli under all’esigenza di assicurarsi la salvezza. È accaduto, semplicemente, che in molti abbiano commesso errori di valutazione: qualcuno ha scelto allenatori non all’altezza, altri hanno sbagliato lo “straniero”, chi ha pensato all’impiego dei giovani si è ricreduto ma non mancano esempi di squadre assemblate con 10 senior e ugualmente prive di gerarchie (oltre che di senso logico).

Non meno caotica la situazione in B interregionale, tutt’altro che un campionato “cuscinetto”: è pur vero che sotto il profilo dell’intensità agonistica e della fisicità qualsiasi confronto con il piano superiore sarebbe ingeneroso e la velocità del gioco risulta nettamente più bassa ma il travaso di giocatori che in B nazionale, per un motivo o per l’altro, non sono in grado di tenere il passo sta impreziosendo il valore medio della categoria. In soldoni, con il graduale ricorso a giocatori di altissima qualità nello slot di non formato in B nazionale si è innescata una reazione a catena che potrebbe portare, la prossima estate, a una diversa morfologia del mercato (con buona pace degli agenti): al netto delle società di prima fascia e dal budget sostanzioso, in grado di sostenere i costi di uno straniero da A2, molte altre saranno tentate dall’approdo sicuro su un italiano già collaudato al posto di un giocatore non formato che, benché talentuoso e con i “numeri”, faticherebbe ad inserirsi nei ranghi.
L’apertura della staccionata ha consentito a diversi stranieri, finora confinati in C Gold, di salire di categoria ma non pochi hanno rimediato un flop: catapultati in una dimensione nella quale è necessario rendersi utili in difesa, passare il pallone e diventare parte di sistemi di gioco e di allenamento davvero competitivi (con tutto il rispetto per la C), sono sembrati spesso i cloni del meme “Confused John Travolta”, talmente erano fuori contesto dopo aver trascorso intere stagioni allenandosi soltanto tre, massimo quattro sere a settimana per giocare partite a ritmi da camomilla contro squadre piene zeppe di dopolavoristi. Costretti ad uscire anche loro dalla comfort zone, non sono stati in grado di cambiare mentalità.

Il progressivo riscatto della B interregionale è certificato dagli investimenti che parecchie società hanno deciso di compiere per rafforzare gli organici. Qui si osserva un altro fenomeno: fanno gola alcuni giocatori non formati che in B nazionale hanno dimostrato di poterci giocare ma non rientrano più nei progetti tecnici delle formazioni per le quali erano stati ingaggiati (l’esempio più recente è Juozas Balciunas, il mancino lituano che ha rescisso con la Virtus Imola e andrà a Sala Consilina) e italiani che per ragioni molto simili sono rimasti ai margini e hanno preferito scendere di categoria per incrementare il minutaggio. Mai prima d’ora, comunque, si era registrata una tale frequenza di operazioni di mercato a stagione già cominciata nel terzo e nel quarto livello cestistico. Una situazione alla quale dovremo fare l’abitudine.