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  • Michele Valente, segretario Cgil Bat, dà il benvenuto al nuovo Questore Fabbrocini

    Michele Valente, segretario Cgil Bat, dà il benvenuto al nuovo Questore Fabbrocini

    Alfredo Fabbrocini è stato recentemente nominato dal ministero dell’Interno alla guida della Questura di Andria in sostituzione di Roberto Pellicone.
    «Al nuovo Questore vanno innanzitutto gli auguri di buon lavoro di tutta la nostra organizzazione» ha affermato il biscegliese Michele Valente, segretario generale della Cgil Bat. «Saremo a disposizione ed al fianco delle forze dell’ordine nella lotta alle illegalità e per la diffusione, invece, della cultura della legalità. Abbiamo letto e ascoltato sui media delle parole importanti, Fabbrocini ha detto che “questa guerra non possiamo vincerla da soli”’. Noi ci siamo, perché vincere sulla criminalità significa anche restituire serenità alle collettività e quindi al mondo del lavoro. In questa circostanza, pur lieti del suo arrivo, non possiamo non ricordare ancora una volta che in questo territorio si registra l’assenza di uffici e presidi di valenza provinciale che continua a limitare il ruolo di rappresentanza di una terra che rimane a metà tra autonomia e dipendenza» ha aggiunto.
    «La mancanza di uffici come il provveditorato alle opere pubbliche, la ragioneria provinciale dello stato, l’ufficio scolastico provinciale (che starebbe per partire), l’ispettorato provinciale del lavoro priva i cittadini di questo territorio di servizi fondamentali, la cui presenza serve a dare senso e sostanza al completamento di una provincia che prova a convivere e ad accettare, quasi rassegnata, una condizione di marginalità. È il caso ora davvero di invertire la rotta, visto che almeno dal punto di vista delle forze dell’ordine le cose sono migliorate, finalmente abbiamo un comando provinciale di carabinieri, di guardia di finanza e naturalmente anche la questura» ha concluso Valente.

  • Basket B Nazionale, Taranto cambia: Casanova torna in Spagna, arriva il giovane Chiapparini

    Basket B Nazionale, Taranto cambia: Casanova torna in Spagna, arriva il giovane Chiapparini

    Un movimento in uscita compensato da un’entrata. Il CJ Taranto, fanalino di coda del girone B di Serie B Nazionale Old Wild West e principale indiziato alla retrocessione diretta, ha ufficializzato l’ingaggio del playmaker classe 2003 Matteo Chiapparini, scuola Urania Milano (agente Luigi Continolo). Il 21enne si è unito al gruppo rossoblù già dalla giornata di lunedì. Contestualmente, lo spagnolo Rafael Casanova è tornato in patria per proseguire la stagione nel Class Basquet Sant Antoni.

    Chiapparini, in grado di giocare anche da guardia, ha vestito anche la canotta di San Severo in A2 nel segmento iniziale della stagione 2021-22, per poi chiudere nella Robour et Fides Varese in B, campionato vissuto anche con Cesena nella scorsa annata mentre poche settimane fa ha dovuto fermarsi a causa del ritiro del club romagnolo dal torneo di B interregionale.

    «Sono un giocatore appassionato e determinato, in grado di adattarsi alle esigenze della squadra. Venire a Taranto per questa fase finale della stagione è un’opportunità per la mia crescita» ha commentato. «Gli stimoli principali sono la voglia di contribuire al gioco della squadra e dimostrare il mio valore sul campo. Ho parlato con il coach e mi ha spiegato di cosa lui e la squadra hanno bisogno Ho conosciuto i compagni che mi hanno accolto calorosamente. L’impressione è positiva, sono pronto a lavorare e mettermi a disposizione della squadra per lottare su ogni possesso palla da qui a fine stagione. Ho sentito parlare della grande passione che c’è qui a Taranto per la pallacanestro! Farò del mio meglio e scenderò in campo determinato a dare il massimo!».


  • Bat, a scuola di legalità con i Carabinieri

    Bat, a scuola di legalità con i Carabinieri

    I Carabinieri del Comando Provinciale Bat sono tornati tra i banchi di scuola per svolgere diversi incontri con gli studenti in attuazione di un consolidato progetto attuato annualmente dall’Arma. Obiettivo, trasmettere ai giovani il tema della legalità intesa come rispetto delle regole e delle persone. Nel corso dell’incontro che si è svolto a Trinitapoli sono stati affrontati molti altri temi e problematiche di grande attualità come l’utilizzo di internet e dei social network unitamente ai rischi connessi, la tematica del bullismo, del cyberbullismo e del “body-shaming”, sensibilizzando fortemente gli alunni al ripudio ed alla ferma denuncia di condotte di tal genere. Numerose sono state le domande da parte degli alunni bramosi di conoscere la vita militare e l’Arma dei Carabinieri, che grazie alla visione di un filmato istituzionale che ne descrive organizzazione e compiti, hanno potuto apprendere il senso dell’essere militare e la fedeltà, la responsabilità nonché il sacrificio per la Patria e le Istituzioni. L’iniziativa toccherà presto tutti i comuni della Bat.

  • Ecco perché Geolier vincerà il Festival di Sanremo

    Ecco perché Geolier vincerà il Festival di Sanremo

    Inutile girarci intorno: l’esito inatteso e sconcertante della serata delle cover ha reso chiaro a tutti che il 23enne Geolier, al secolo Emanuele Palumbo, conquisterà la vittoria nella 74esima edizione del Festival della canzone italiana. Sarò breve e (spero) efficace nell’illustrare le ragioni e i meccanismi che combinano in suo favore e ho scoperto (colpevolmente) solo nelle ultime ore.
    Il regolamento di Sanremo 2024, oltre ad essere stato modificato nei termini di partecipazione per consentire l’accesso di un brano spudoratamente in dialetto e non in lingua italiana, ha subìto modifiche pesantissime e condizionanti nel sistema di voto: per farla breve, in ogni passaggio cruciale delle singole serate e anche nel conteggio della “finalissima”, si darà un peso quasi identico a tre “giurie”. Sabato il televoto inciderà sempre per il 34%, il voto della sala stampa (cioè dei giornalisti accreditati che scrivono sempre di musica e seguono il Festival professionalmente) per il 33% mentre il peso del restante 33% è stato scelleratamente messo nelle disponibilità dei rappresentanti delle emittenti radiofoniche nazionali e locali. Qualcuno, a questo punto, avrà già capito tutto…
    È piuttosto semplice dedurre che qualsiasi artista, potendo confidare sulla certezza della leadership in due delle tre fasce di voto, si aggiudicherebbe il concorso. E se sai di avere una fanbase che ti garantisce il primo posto con il televoto sei già a metà dell’opera…

    Ho cercato informazioni più dettagliate e un elenco completo delle circa 200 emittenti radiofoniche individuate dalla Rai attraverso l’incarico affidato ad Antonio Donato Marra, presidente nazionale dei Corecom, ovvero le commissioni regionali che si occupano di controllare l’attività di informazione televisiva e radiofonica sul territorio. «Il coordinatore Marra ha dichiarato che l’obiettivo principale di questa collaborazione è rispondere alla richiesta della Rai fornendo una rappresentazione autentica e fedele dell’Italia, valorizzando le preferenze e i gusti di tutti i cittadini» è quanto riportato in una nota diffusa tempo addietro. Sì, ciao.

    In base al regolamento fanno parte della giuria delle radio almeno una radio per regione e una per provincia. Del Molise, per esempio, sono state scelte tre emittenti. È fondamentale considerare che in diverse regioni settentrionali l’istituzione della radio locale è ormai superata, a differenza che da noi al sud, motivo per cui la distribuzione geografica dovrebbe risultare molto sbilanciata.
    La radio può esprimere il voto attraverso una piattaforma telematica allestita dall’emittente di Stato. Ora, raccolte queste informazioni, ciascuno di voi può farsi un’idea della situazione e trarre le sue conclusioni… Ecco come funziona la selezione del rappresentante italiano per l’Eurovision Song Contest.

  • VIDEO / Bisceglie, domato incendio di due auto a pochi passi da un distributore di carburanti

    VIDEO / Bisceglie, domato incendio di due auto a pochi passi da un distributore di carburanti

    Il pronto intervento di una squadra dei Vigili del fuoco ha consentito di domare le fiamme divampate improvvisamente, intorno alle 10 di venerdì 2 febbraio, nelle vicinanze del civico 100 di via Abate Bruni a Bisceglie.
    Due auto hanno preso fuoco, per cause in fase di accertamento, in un punto della città piuttosto critico, su una strada a senso unico e a pochi metri di distanza dal distributore di carburanti Agip. Per fortuna nessuna persona è stata coinvolta nell’incendio, che non ha avuto alcuna ripercussione sul corretto funzionamento dell’impianto. I veicoli, ormai distrutti, sono stati rimossi e la circolazione stradale è ripresa regolarmente.

  • L’insospettabile successo natalizio di una canzone dei Ricchi e poveri… in Islanda

    L’insospettabile successo natalizio di una canzone dei Ricchi e poveri… in Islanda

    I percorsi della mia ricerca musicale sono sempre stati stranissimi e chi mi conosce bene può sicuramente testimoniarlo. Adoro spulciare fra i ricordi, riscoprire sensazioni provate nel passato, ritrovare in questo modo quei momenti spesso gioiosi vissuti da giovanissimo, addirittura da bambino. Una vera e propria caccia alle “canzoni nascoste”, riprendendo il titolo di un bellissimo album di Toto Cutugno del 1997. Nelle ultime settimane mi è capitato di spiegare ad alcuni amici come le assonanze melodiche, a mio modesto parere, possano condizionare il gusto di un medio fruitore di musica. Questo è sicuramente il mio caso: ramazzottiano convinto, di quel filone autoriale ho imparato a riconoscere praticamente qualsiasi pezzo. I primi lavori di Eros sono stati scritti e prodotti da Piero Cassano, leader dei Matia Bazar, con i testi quasi tutti curati da Adelio Cogliati, paroliere milanese purtroppo scomparso nel 2018. Alcuni dei più grandi successi della musica italiana fra gli anni ’80 e ’90 portano la sua firma.
    La curiosissima vicenda alla base di questa “carezza” prende spunto da una composizione del duo Cogliati-Cassano: “Chi voglio sei tu”, pezzo con il quale i Ricchi e poveri (già da tempo rimasti in tre) hanno partecipato al Festival di Sanremo del 1989. Il sound, per me, è inconfondibile…

    E fin qui, nulla di eccezionale: una canzone molto orecchiabile, non impegnata, cucita su misura delle splendide voci di Angela Brambati e Angelo Sotgiu, che peraltro rivedremo a Sanremo 2024. Guardo i commenti e leggo: «Questo brano è stato scartato da Ramazzotti». Probabile, se consideriamo la genesi e il periodo, anche se non è del tutto azzardato immaginare che Cogliati e Cassano l’abbiano strutturata volutamente per due voci senza neppure proporla a un Eros lanciatissimo al quale, inoltre, avevano affidato nel 1987 “La luce buona delle stelle” per un memorabile duetto con Patsy Kensit degli Eight wonder. La cifra stilistica, piuttosto, richiama “E non si finisce mai”, sempre del 1987, portata a Sanremo da Dori Ghezzi: un brano veramente da riscoprire e apprezzare.


    I più attenti avranno notato l’incredibile similitudine fra la strofa di “E non si finisce mai” e quella di “E poi” eseguita da Giorgia nel 1994. Io ero convintissimo, anche alla luce del fatto che la stessa cantante romana ha potuto usufruire della penna di Cogliati in “Come saprei” (scritta insieme a Ramazzotti), che anche “E poi” fosse dell’autore milanese e invece non è così…

    Torniamo alla pazzesca scoperta a proposito di “Chi voglio sei tu”. Continuo a curiosare fra i commenti e mi rendo conto che, al netto dei soliti paragoni con la musica di oggi «che fa schifo etc…» e della quota come sempre sostanziosa di complimenti in russo e in spagnolo, sono presenti frasi in una lingua sicuramente nordica. Per quanto alle origini fossero in 4 e potessero in qualche misura ritenersi strutturati come gli Abba, dei Ricchi e Poveri così celebri in Svezia non ho mai avuto notizia. Ho pensato che potesse trattarsi di commenti in olandese o in fiammingo ma a quel punto la mia curiosità si è accesa fino a che l’utente Óskar Ófeigur Jónsson non ha aperto un insospettabile tunnel spazio-temporale, scrivendo:

    Questa è diventata una canzone natalizia molto popolare in Islanda con testi natalizi islandesi. Titolo della canzone in islandese: “Þú komst með jólin til mín” (Mi hai portato il Natale).

    Come come? Ho vissuto per anni senza sapere questa cosa?
    Naturalmente mi sono fiondato su quel titolo e il risultato è stato questo:

    Mi emoziona sempre, lo ammetto, sapere che qualcosa di italiano è apprezzato all’estero. Superato il moto d’orgoglio ho constatato che la base musicale non è stata modificata, che anche nella versione islandese si incastrano due voci, quelle di Björgvin Halldórsson e Ruth Reginalds.
    Ho deciso di tradurre il testo e devo ammettere di essere rimasto colpito dalla semplicità e dalla dolcezza con cui Jónas Friðrik Guðnason ha saputo dare un senso logico e una certa continuità alle parole del testo originale di Cogliati e alla musica di Cassano donando un bel significato a questa canzone, pubblicata in Islanda nell’inverno del 1989.

    Non posso credere quanto tutto sia cambiato adesso.
    Ho cercato qualcosa, ma non ho mai trovato nulla.
    La vita trascorreva in errori senza speranza e in un caos senza fine.
    Se solo potessi essere lasciato solo,
    allora la gente potrebbe festeggiare il Natale per me.
    Sono rimasto fuori da tutti questi guai.
    Non si applica più.
    Voglio passare il Natale con te, con te, con te.
    È tutto cambiato grazie a te,
    mi hai portato il Natale, a me, a me.
    Ora tutto è diverso con me, con me, con me.
    Adesso passo il Natale con te.
    Adesso passo il Natale con te.
    Tutte le cose che pensavo fossero strane
    e non rilevanti per la mia vita,
    sono diventate la ragione perfetta per guardare.
    E non è troppo tardi per imparare una nuova abitudine.
    Molte cose che prima erano chiacchiere inutili
    ora sono arrivate nel mio salotto.
    Molte cose che prima erano solo presso gli altri
    Anche a noi mancano.
    Voglio passare il Natale con te, con te, con te.
    È tutto cambiato grazie a te,
    mi hai portato il Natale, a me, a me.
    Ora tutto è diverso con me, con me, con me.
    Ora ho il Natale con te, ora ho il Natale con te.
    Niente più pigrizia adesso.
    Sta succedendo ancora molto poco.
    Natale sta arrivando.
    È tutto cambiato grazie a te,
    mi hai portato il Natale, a me, a me.
    Ora tutto è diverso con me, con me, con me.
    Ora ho Natale con te
    Ora ho Natale con te.
    È tutto cambiato grazie a te,
    tutto il resto con me, con me, con me,
    sì, Natale con te.


    Scavando, ho compreso che per gli islandesi questo pezzo è davvero un classico che sfida il tempo e vedere i bambini cantarla a distanza di tantissimo tempo emoziona ancora di più.


    Da non crederci. Halldórsson ha 72 anni, ha rappresentato l’Islanda all’Eurovision Song Contest nel 1995 e la Svala con cui lo vedete duettare in queste esecuzioni del brano è… sua figlia, che all’Esc ha partecipato nel 2017.

    E niente, forse era destino che scoprissi tutto questo la sera del 29 gennaio, qualche ora dopo aver (finalmente!) disfatto l’albero di Natale…

  • Sinner, l’italiano che dovrebbe essere ciascuno di noi

    Sinner, l’italiano che dovrebbe essere ciascuno di noi

    «Mi spiegate cos’ha questo di italiano?»
    «Non ha neanche il cognome italiano, ma di che stiamo parlando?»
    «Per me è più italiano Balotelli residente in Italia che non Sinner (madrelingua tedesca e a pochi metri dall’Austria) con residenza a Montecarlo»

    È ufficiale: non sappiamo goderci neppure i grandi trionfi, i doni del destino, i campioni che possono e devono essere da esempio e formazione per le nuove generazioni.
    Jannik Sinner è una benedizione dal cielo per lo sport di questo Paese malato e disgustosamente privo di valori. È il contrappasso più clamoroso per una nazione nella quale ci si prende ancora a botte sugli spalti e sui campi nelle partitelle dei bambini. È l’antidoto più dolce alla malsana abitudine dell’offesa sui social, all’inutile fanfara dei tormentoni, delle discussioni, delle polemiche.
    Sinner è l’italiano che dovrebbe essere ciascuno di noi: l’evoluzione perfetta dello spirito indomito, del senso del dovere, della capacità di far fatica e soffrire per realizzare i propri sogni.
    Sinner come Pietro Mennea: fuori dagli standard caserecci di un “giornalismo” peracottaro, concentrato sul suo lavoro, avulso al chiacchiericcio, distante anni luce dal gossip.
    Un campione del genere non ce lo meritiamo ma se riuscissimo a comprenderne a fondo le ragioni del successo forse saremmo in grado, poco alla volta, di civilizzare e modernizzare la nostra visione dello sport. E della vita. Chi lo offende, in realtà, gli invidia la perseveranza e la meticolosità. Chi lo sta esaltando se ne ricordi alla prossima occasione in cui avrà la tentazione di andare a contribuire, sui social, al demente gioco al massacro su cose che non farebbero mai “discutere” qualsiasi altro popolo al mondo.

  • Basket, mercoledì da fiato sospeso in Serie B Nazionale

    Basket, mercoledì da fiato sospeso in Serie B Nazionale

    L’ultimo zero rimasto è quello relativo alle sconfitte interne di San Vendemiano. Il 19esimo turno del terzo campionato italiano di basket ha lasciato la compagine veneta unica imbattuta fra le mura amiche su 36 formazioni. La B Nazionale continua a rivelarsi un torneo affascinante, indecifrabile sotto diversi punti di vista e a rendere tutto ancora più stuzzicante è un calendario intenso: il turno infrasettimanale di mercoledì 24 gennaio sarà vissuto con il fiato sospeso per l’altissima posta in palio in diversi incontri e la consapevolezza che recuperare le energie in vista delle gare del weekend successivo, specie per le formazioni che viaggiano o viaggeranno lontano, è terribilmente complicato. Un’inaudita incidenza di infortuni è la prova più concreta delle difficoltà fisiche con le quali i protagonisti sul campo hanno dovuto fare i conti e mai come in quest’annata poter fare affidamento su roster lunghi potrà risultare decisivo. Ulteriori turni infrasettimanali sono previsti il 14-15 febbraio e il 27-28 marzo.



    Le vicende del girone A non sono certo meno avvincenti di quelle del raggruppamento B, che seguo con maggiore profondità per evidenti motivi. La griglia playoff, peraltro, prevede l’incrocio e vale la pena concentrare alcune riflessioni sulla situazione “a ovest”. La capolista Herons Montecatini riceverà la visita di una Virtus Arechi Salerno segnata dalla batosta interna nel confronto diretto con Caserta che ha portato anche all’esonero del tecnico argentino German Sciutto. Il proprietario Nello Renzullo ha deciso di promuovere il giovane vice Nicola Amato alla guida della squadra. Salerno è penultima con 7 punti (alle cinque vittorie bisogna sottrare il -3 per irregolarità amministrative) e il margine da recuperare rispetto alla sedicesima posizione è consistente. Quel terzultimo posto è occupato dalla Npc Rieti di coach Ciccio Ponticiello, di scena sul parquet di Omegna senza Terence Roderick: il bomber statunitense si è fratturato la testa del perone della gamba sinistra e dovrà restare fermo almeno per tre settimane. Una tegola. Sfida dal peso specifico immenso è quella fra Caserta e Cassino: il club bianconero ha salutato Nicola Mei, che dopo essere stato vicino a firmare con Monopoli in B interregionale scenderà di categoria ma al Power Basket Salerno. Fanalino di coda del raggruppamento, la Juve Caserta ha cancellato lo 0 dalla casella dei blitz esterni grazie al colpo nello scontro diretto proprio con la Virtus Salerno ma ha un bisogno notevole di un briciolo di continuità per provare a raddrizzare una stagione nella quale, finora, è girato tutto storto. La classifica precaria della DelFes Avellino, in piena zona playout, consegna crudelmente alla realtà dei fatti le criticità delle società delle regioni meridionali. L’unica eccezione, a ovest, è Sant’Antimo, in gran forma: dal successo interno sulla capolista dello scorso 6 dicembre il buon momento è certificato con 6 vittorie su 7 (stop solo a Desio), cinque delle quali in fila. La striscia è ancora aperta e mercoledì sera potrebbe prolungarsi in caso di affermazione proprio ad Avellino. Quanto alle due livornesi, dirette inseguitrici della battistrada, la Pielle riceverà Piacenza mentre la Libertas andrà a Desio. Interessanti anche il derby lombardo Crema-Lissone e la contesa dal sapore playoff fra Piombino e Legnano. Banco di prova intricato per la Pallacanestro Montecatini sulle tavole di una Fiorenzuola in lotta per tirarsi fuori dai bassifondi.



    Tutte in campo mercoledì, ad eccezione di Ravenna e Roseto, le squadre del girone B. Se alla capolista Ruvo è chiesto espressamente di non farsi sorprendere da una Vicenza in fiducia nella gara che sancirà il ritorno in panchina di Federico Campanella dopo aver scontato due turni di squalifica, qualche indizio sulla tenuta delle inseguitrici emergerà inevitabilmente: vale per Roseto (insidiosa trasferta sul campo di una Ravenna scottata dall’assurda sconfitta di Bisceglie) la cui dirigenza è in perlustrazione sul mercato per rimpiazzare Poletti; vale per San Vendemiano, che deve provare a sbancare il campo della Virtus Imola; vale anche per una rigenerata Jesi di scena al Taliercio di Mestre e per l’incerottata San Severo che ha bisogno di dare un sussulto sul rettangolo di Ozzano. Il nuovo corso di Chieti sarà messo alla prova da Lumezzane, al momento la prima delle “salve direttamente”, mentre a Padova toccherà cercare di battere l’Andrea Costa Imola per coinvolgerla definitivamente nella bagarre. E se Faenza, che proprio contro Padova ha conosciuto una battuta d’arresto inaspettata quanto sanguinosa, non può permettersi ulteriori passi falsi interni nel corpo a corpo con una Taranto in crisi, non può non suscitare curiosità il debutto di Agostino Origlio sulla panchina dei Lions Bisceglie nell’ostica trasferta contro la Fabriano rigenerata dalla cura Niccolai.

  • Giornata nazionale del dialetto, un evento al Circolo Unione di Bisceglie

    Giornata nazionale del dialetto, un evento al Circolo Unione di Bisceglie

    È più vivo che mai, e il fatto che siano in tanti a volerlo rimarcare non può che risultare significativo. Il dialetto, del quale oggi si celebra la Giornata nazionale, ha ancora un valore notevole per le comunità dell’Italia meridionale e Bisceglie non fa eccezione. Lo parlo frequentemente tutte le volte che posso e ne vado fiero, a differenza di qualche buontempone che per motivi dal mio punto di vista poco comprensibili lo ha spesso delegittimato, riuscendo nel contempo a non dimostrare apprezzabile dimestichezza con l’italiano…
    Mercoledì 17 gennaio, dalle 18:30, si terrà una belle iniziativa promossa dall’associazione “La Canigghie de Vescègghie“, attiva nella salvaguardia e nella valorizzazione della lingua locale, con il supporto della sezione biscegliese della Pro Loco. L’appuntamento è in programma al Circolo Unione di via Ado Moro, 38, ed è stato anticipato in mattinata dal primo di una serie di incontri che i componenti de “La Canigghie” hanno messo in calendario con docenti ed alunni di alcune classi delle scuole secondarie di primo grado e delle scuole elementari di Bisceglie. L’evento gode del patrocinio dell’amministrazione comunale.
    Perché qualsiasi biscegliese, naturalmente potendo, dovrebbe esserci? La ragione principale risiede nell’orgoglio identitario che dovremmo un po’ tutti riscoprire. Quanto al parterre, il buon Donato De Cillis, presidente del Circolo Unione e perfetto maestro cerimoniere, avrà l’onore di introdurre diversi rappresentanti della tradizione scritta e orale di questa città. Gli interventi istituzionali del sindaco Angarano, del presidente de “La Canigghie” Tommaso Fontana e della Pro Loco Vincenzo De Feudis precederanno la video poesia “La fèmene ià lìuce” che il poeta Demetrio Rigante reciterà in omaggio alla donna.

    Gli attori teatrali Franco Carriera, Natale Di Leo e Nicola Losapio declameranno versi dialettali di autori del passato e contemporanei.

    Saggi teatrali di dialetto saranno curati dagli attori e componenti della Compagnia Dialettale Biscegliese (Franco Di Bitetto, Uccio Carelli, Franco Carriera, Vincenzo Lopopolo e Pino Tatoli), della Compagnia dei Teatranti (Michele Schiavone ed Elida Musci), dal poeta Gigi De Santis del Don Dialetto di Bari e dal poliedrico attore Carlo Monopoli.

    Alcuni alunni delle classi VE e VF del primo circolo didattico “De Amicis” interpreteranno “I nonni, la nostra ricchezza”, scenetta composta dall’insegnante Grazia Amoruso.

    Interverranno il giornalista e scrittore Luca De Ceglia, il soprano Ester Facchini ed al pianoforte il maestro Angelarosa Graziani per i versi de “La tèrra mèie” di Demetrio Rigante.

    Sì, ci sarò anch’io per una breve conversazione con il vicepresidente de “La Canigghie” Nicola Gallo, curatore del calendario dialettale 2024, ma posso garantire che al netto della piccola sorpresa preparata e dell’evidenza della mia intrusione in un contesto al quale sembrerei oggettivamente estraneo, sono convinto dell’esigenza di aprire anche il dialetto a modalità di narrazione e ambienti differenti, testimoniando come sia possibile raccontare la Bisceglie di oggi, nella sua realtà complessa, anche attraverso l’utilizzo del dialetto e la sua diffusione ai “nuovi biscegliesi”.

    Nel corso della serata alcune copie del Calannèire 2024 , lo splendido calendario realizzato da “La Canigghie”, saranno a disposizione per una raccolta fondi a favore dei ragazzi ospitati nella casa di Villa Giulia di Bisceglie. Esserci è importante, per il nostro amato vernacolo e per le radici delle quali ogni biscegliese non può che andare orgoglioso.

  • Basket, il punto sulle pugliesi di Serie B. Martedì nuovo appuntamento in tv e sui social con InVito a canestro

    Basket, il punto sulle pugliesi di Serie B. Martedì nuovo appuntamento in tv e sui social con InVito a canestro

    Le cifre, nella pallacanestro, non spiegano tutto ma corrono spesso in aiuto: 35 delle 36 formazioni partecipanti al campionato di Serie B Nazionale hanno vinto almeno una partita in trasferta. Il blitz compiuto da Vicenza sul parquet del PalaTricalle di Chieti ha lasciato infatti la sola Juve Caserta ancora senza successi esterni. E mentre nel gruppo A non c’è squadra imbattuta fra le mura amiche, a est resistono ancora San Vendemiano e San Severo, a certificare che ben 34 compagini hanno perso almeno una gara in casa. Il livello e l’intensità degli incontri sono in costante ascesa ma lo stesso, purtroppo, non si può certo registrare in merito alla qualità delle direzioni di gara, sempre più condizionata da un’accresciuta velocità del gioco che richiede l’adozione del triplo arbitraggio anche nel terzo campionato italiano. Per quanto qualche purista sia contrario a questa visione e benché siano comprensibili i timori riguardanti un possibile ulteriore impoverimento delle liste arbitrali di B interregionale e delle categorie inferiori, l’impressione è che ostinarsi nel non riconoscere l’esigenza non aiuti il movimento in alcun modo.


    Quanto all’ultimo weekend, nel girone B la congiuntura dei risultati ha giocato a sfavore delle pugliesi in coda: Taranto ha ceduto sul parquet di Ozzano nello scontro diretto, salvando almeno la differenza canestri ma ora è da sola in fondo alla classifica; Bisceglie, nonostante la prestazione di spessore al cospetto della quasi ingiocabile Ruvo e il conforto di uno scenario tecnico radicalmente mutato, che lascia ben sperare, è stata scavalcata sia da Vicenza che da Padova. Il match fra Ruvo e Bisceglie ha consegnato alla stagione parecchie certezze, al netto delle ipocrisie: il valore delle individualità del roster costruito dalla dirigenza ruvese è talmente sopra la media del campionato da lasciare immaginare facilmente quale potenziale verrà espresso quando i vari protagonisti avranno risolto i problemi fisici e sinceramente, a pieno regime, la fuoriserie messa nelle mani di Federico Campanella non potrebbe e non dovrebbe che dare 20 punti a tutti. Le cifre su certi contratti non sono piazzate a casaccio e hanno un significato chiaro, ragione per cui, pur partendo dal presupposto filosofico che preservare la salute degli atleti non valga i soldi dell’ingaggio più alto, ci sta che i più pagati si sentano in dovere di stringere i denti. E ci mancherebbe altro, considerate le differenze salariali che in diversi casi sono clamorose. Ruvo è comunque un cantiere aperto e per certi versi questa situazione oggettivamente complicata sotto il profilo gestionale potrebbe costituire un vantaggio in prospettiva playoff, quando conterà essere all’apice sotto tutti i punti di vista e sicuramente questo non è ancora accaduto per Ghersetti e compagni.


    Le considerazioni sulla mia Bisceglie, alla luce dell’ennesima prova positiva, sono semplicemente deducibili: tre partite sono bastate e avanzate per osservare che, con questo assetto dall’inizio della stagione, la situazione dei nerazzurri in graduatoria sarebbe stata ben differente e adesso si discuterebbe di tutt’altro ma occorre dare sostanza a queste rinnovate credenziali con le vittorie. L’apice dev’essere ancora raggiunto, il meglio deve ancora venire.

    Delicato è il momento di Taranto, alle prese con una preoccupante involuzione. I guai fisici ancora irrisolti di Conte (che ha già saltato 10 partite), la tegola della lunga indisponibilità dello spagnolo Casanova (rientrato proprio a Ozzano), la partenza del pivot Lusvarghi solo parzialmente colmata dal giovanissimo Kovachev hanno spesso privato Mario Cottignoli di sufficienti alternative sui due lati del campo, con il risultato che Thioune è spremuto (oltre 32 minuti di media), Reggiani non gode della libertà delle prime gare e a volte l’ottimo playmaker Valentini sembra predicare nel deserto. Il rientro del capitano potrebbe dare quella duttilità in più di cui i rossoblù hanno un disperato bisogno sotto il profilo tattico per diventare meno prevedibili.



    Dagli onori del blitz di Ruvo al forte rammarico per la sconfitta sul parquet della Virtus Imola: qual è il vero volto della Cestistica San Severo? Lo stop rimediato in Emilia ha fin troppe attenuanti e attendersi un rendimento esterno in linea con quello mantenuto finora sulle tavole amiche significherebbe pretendere la perfezione ma al netto di quanto accaduto domenica (con un arbitraggio di certo sfavorevole ai gialloneri già alle prese con infortuni e acciacchi vari) è doveroso evidenziare il soddisfacente percorso compiuto dalla squadra di Luciano Nunzi.



    Tornando alla battistrada del girone B, gli scivoloni contemporanei di San Vendemiano (a Padova) e Roseto (in casa contro una Jesi in gran spolvero) hanno consentito il raddoppio del margine di vantaggio sulle più immediate inseguitrici. Un toccasana per i biancazzurri, che hanno recuperato Leggio (benché non al meglio) e rimesso in campo finalmente Deri, in attesa del rientro di Contento.
    Per tutto il resto, naturalmente, vi aspetto martedì alle 15:30 sui social (Facebook e Youtube) di Telesveva con una nuova puntata di InVito a canestro, che andrà in onda in televisione come di consueto alle 20:30 sul canale 18 per Puglia e Basilicata.

    Nella foto di copertina (Scattomatto di Niccolò Testino) Cepic dei Lions Bisceglie fronteggia Galmarini della Pallacanestro Ruvo